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Categoria: Raccolta epistolare
Editore: Edizioni del Rosone
Pagine: 71
Anno: 2013

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Stato prestito: Disponibile

Disponibilità: 1/1

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Recensione

Quelle pubblicate in questa raccolta sono 45 lettere di Joseph Tusiani ha scritto da New York a Pasquale Soccio nell'arco di tempo che va dal 28 Febbraio 1974 al 22 Febbraio 1993. Viene espresso un ventennio di intensi rapporti epistolari tra i due intellettuali sammarchesi, l'uno, Soccio, che vive tra Foggia, San Marco e Lucera, l'altro Tusiani, che risiede a New York da perfetto cittadino americano. Quando si scorrono queste lettere di Joseph Tusiani, colpiscono di esse aspetti e significati diversi, a cominciare dal modo in cui egli si rivolge a Pasquale Soccio, dapprima con il <<lei>> e dopo alcuni anni con il <<tu>>, ma sempre con una disposizione dell'animo e della mente improntata al massimo rispetto per una persona che è molto più grande di età. Soccio per Tusiani è soprattutto il preside e quindi l'amico,e sono questi gli unici appellativi che egli usa all'inizio di ogni lettera. Joseph è estremamente franco e sincero in questo rapporto di rispetto e devozione per Soccio e lo da a vedere in diversi passaggi. Ma poi queste lettere documentano con chiarezza che tra i due corrispondenti vi è assoluta sintonia di sensibilità e di intelligenza perchè gli argomenti toccati da Joseph nelle lettere sono per lo più di natura letteraria, poetica, culturale con frequenti richiami alla comune radice garganica, ad un tema che è fortemente presente nella psicologia dei due scrittori perchè è tanta parte dell'ispirazione che ha generato molte loro opere. Quello che colpisce chi legge queste lettere è la comunanza del sentire, la perfetta intesa che in nome della letteratura ravviva ogni episodio, ogni evento, ogni riferimento anche in cronaca spicciola. Andando avanti nello spoglio delle lettere a un certo punto si riamane letteralmente stupiti nel constatare che qualche missiva diventa un componimento poetico in lingua italiana o addirittura in lingua latina e allora viene spontaneo il pensiero che veramente i due amici avevano la capacità straordinaria di sollevarsi in un mondo diverso dall'ordinario, in una sorta di paradiso dove di casa è la poesia insieme alla letteratura e all'arte. Un altro aspetto di grande significato e interesse è dato dal tipo di scrittura usato da Tusiani in queste lettere, che oscilla tra la naturale scorrevolezza, che è propria di un dettato amichevole e confidenziale, e l'eleganza e talora la voluta limpidezza dell'espressione e della frase, la quale si trasforma in un verso dalla perfetta cadenza metrica. Joseph aveva un buon gioco nell'abbandonarsi a questo tipo di linguaggio perchè l'interlocutore a cui si rivolgeva era a sua volta cultore di una scrittura che faceva, oltre che della correttezza e della ortodossia grammaticale e sintattica, anche dell'eleganza e dell'armonia espressiva un modo di scrivere e un modo di pensare e riflettere.

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