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Categoria: Racconto
Editore: Cosmo Iannone Editore
Pagine: 147
ISBN: 978-88-516-0087-7
Anno: 2007
N° catalogo: 146

Visite: 1728

Stato prestito: Disponibile

Disponibilità: 1/1

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Recensione

Per più di un secolo l'Italai fu un paese di fortissima emigrazione: un fenomeno che iniziò verso la metà dell'Ottocento,si accelerò dopo l'Unità d'Italia e permase forte fino fino agli anni venti del Novecento. Il Ventennio fascista con una politica fortemente autarchica e autoritaria, poi la seconda guerra mondiale, ne interruppero praticamente il corso, che riprese nel dopoguerra, e in particolare dopo il fallimento della riforma agraria del 1950, per durare fino alla fine degli anni settanta. Poco dopo, mentre parte degli emigrati tornavano in Italia, cominciava il flusso in senso contrario degli immigrati, pure in cerca di lavoro verso un'Italia che, dopo aver dato braccia e cervelli a tutti i continenti, era costretta ad importarne per far funzionare la propria economia e attenuare le disfunzioni sociali. E' difficile quantificare con precisione l'ampiezza di questa "diaspora" degli italiani emigrati in un secolo, e prevalentemente in Europa, nelle due Americhe e in Australia: ma si valuta che prendendo in considerazione i discendenti di tutte le generazioni di emigrati dall'Ottocento al Novecento si arriverelbbe ad un numero equivalente a quello degli Italiani residenti nel loro paese, cioè una sessantina di milioni di persone. Il fatto che molti immigrati, prevalentemente del terzo mondo, si siano dedicati alla scrittura d'intento letterario, prima con l'aiuto di giornalisti poi in modo autonomo, creando una specie di boom editoriale. Nel percorso biografico e psicologico di un emigrato, esistono dei momenti topici che si stampano fortemente nella memoria: la partenza del proprio paese, che crea una rottura tra un prima e un dopo; il momento in cui il migrante giunge nel nuovo paese, di cui stenta a capire la lingua e le regole di vita. Questo percorso interno tende ogni giorno ad essere rivalutato, rivisitato, modificato più o meno inconsciamente da ogni individuo. A questa rivisitazione interna fa seguito la narrazione orale: l'emigrato tende a raccontare ai suoi amici, parenti, conoscenti ed estranei, gli episodi della sua vita o alcuni di essi. Ma in alcuni casi, il discorso interno della memoria e il discorso orale della narrazione non batano più: occorre, per lasciare una testimonianza più duratura, affidare il ricordo alla carta stampata che sia destinata ad un pubblico.

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