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La famiglia, l'infanzia in via Palude, la scuola, gli anni di formazione durante il fascismo, il seminario, la cotta per d'Annunzio, le prime poesie.
Archivio immigrazione
La parola nuova
Autobiografia di un italo-americano
- Categoria: Autobiografia
- Autore: Joseph Tusiani
- Editore: Schena
- Pagine: 267
- ISBN: 88-7514-505-9
- Anno: 1991
Visite: 2341
Stato prestito: Disponibile
Recensione
Il lettore farà bene a dare uno sguardo all'indice dei capitoli. Si farà subito un'idea della varietà e complessità di questa seconda parte della trilogia autobiografica di Joseph Tusiani: intervista a Martin Luther King(cap.2); il football nell'interpretazione di una casalinga puglise ( cap.3); la gita in macchina nell'Harlem dei negri e la morte del piccolo Charley (cap.4); una madre che va alla scuola serale per capire le telefonate delle sfacciatelle; Maichino innamorato di una negra? (cap.6); la storia del trombone negli anni della Grande Depressione (cap.7); un docente fiorentino insulta gli emigrati della Bassa Italia (cap.9); un pranzo di gala al Plaza Hotel coi più grandi letterati d'America e il suicidio di Anne Sexton (cap.10); lotta in casa, fra Puglia e Sicilia ovvero il campanilismo delle Piccole Italie (cap.11); per difendere l'onore dei genitori le reclute fanno mangiare al sergente un'intera resta d'aglio italiano (cap.12); la questione della dote.. ma cos'è la dote in America?; Il matrimonio e due pistole in chiesa..;Astoria Manor e San Marco in Lamis in un unico sogno (cap.14). Protagonista è la "Piccola Italia" di Arthur Avenue nel Bronx di New York. Più che ispirare ogni azione, essa la plasma, dando a ogni personaggio la sua stessa vita, i suoi umori, i suoi ideali, i suoi drammatici e imprevedibili contrasti.E' in questa "Piccola Italia" che l'iniziale dissidio tra due fratelli si colora di tinte nuove e sottili fino ad acquistare una dimensione ignota allo psicologo.Ma, pur essendo gran parte della vicenda qui narrata, la storia di due fratelli,apparentemente divisi da tutto ciò che è italiano più che dalla differenza di ventiquattro anni, finisce col diramarsi in altre storie parallele, in altri contrasti ugualmente drammatici e imprevedibili. E' la stessa "Piccola Italia" che trionfa coi suoi più umili eroi, quale "Cocò", il novantenne vegliardo di Belmont, simbolo di tutta la nostra emigrazione, e con l'insegnamento dei suoi antichi valori. La "parola nuova" è solo "nuova" in apparenza: sostanzialmente e spiritualmente, è antica come la civiltà dei suoi genitori pugliesi.