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Categoria: Narrativa americana
Editore: Centro documentazione Cgil L'Aquila
Pagine: 27
Anno: 2017

Visite: 1900

Stato prestito: Disponibile

Disponibilità: 1/1

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Recensione

L'esecuzione di Sacco e Vanzetti del 23 agosto 1927 ha commosso e angosciato profondamente i cittadini liberi ed ha avuto una larga eco di sdegno e compianto sia in Europa che nelle Americhe. La commozione popolare è stata tanto più intensa, in quanto non si trattava di un episodio accidentale, ma di un anello di una catena di persecuzioni e vessazioni nei confronti di lavoratori immigrati, anarchici, sindacalisti e pacifisti durante la Red Scare americana (1919-1921) che mirava ad arretrare il radicamento delle idee socialiste comuniste negli USA. Un ribelle sulmonese, Carlo Tresca, emigrato negli USA nel 1904, fu vero protagonista nella lotta per salvare Sacco e Vanzetti. Si prodigò fino al tragico epilogo non solo con comizi, proteste e organizzazione di scioperi, ma anche con una coraggiosa campagna di stampa portata avanti sulle colonne del suo giornale «ll Martello», edito a New York, che in quegli anni si avviava a diventare una delle più importanti testate dell'antifascismo internazionale. Anche nell' Abruzzo degli anni 1921-22, organizzare manifestazioni cosi partecipate e coinvolgenti, come testimonia la ricerca di Edoardo Puglielli, la dice lunga sullo spirito combattivo delle organizzazioni proletarie. Preliminarmente la nascita del fascismo si ridurrebbe alla deduzione storica che vede assente la cultura socialista, carente il rapporto classe operaia e intellettuali, incapacità della cultura liberale di fronte ai fenomeni sociali del dopoguerra: in questo quadro il fascismo non farebbe che raccogliere i frutti delle debolezze altrui che sono gli elementi di crisi della società liberale. Anche se la tematica dell'alleanza tra capitale e lavoro, detta 'blocco dei produttori', del primo fascismo, potrebbe indurre ad una riflessione più moderata, nella realtà, nel periodo 1921-22, le azioni di squadrismo e di intolleranza verso il movimento operaio sono state molto violente, come sono stati violenti gli aspetti per la conquista del potere. Ebbene, in questo tormentato quadro, le riunioni, le assemblee, l'attivismo dei gruppi anarchici, delle organizzazioni sindacali e di tutti i partiti della sinistra sono stati anche in Abruzzo molto importanti perché, salvare dalla sedia elettrica Sacco e Vanzetti, era diventato il simbolo della vitalità e della capacità di mobilitazione della classe lavoratrice nei confronti del blocco di potere conservatore. L'economia abruzzese era prevalentemente di natura agro-pastorale, insieme a fattori di natura industriale come il distretto minerario della Majella, il polo chimico di Bussi sul Tirino-Piano d'Orta e i ferrovieri che plasmarono Sulmona in 'città ferroviaria' non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e culturale: questi elementi, come Puglielli riporta, spiegano le mobilitazioni delle Camere del Lavoro a fianco degli anarchici. Durante il 'biennio nero' lo squadrismo fascista si scatenò contro le strutture sindacali in tutto il territorico nazionale. Lo 'sciopero generale legalitario', proclamato nell'estate del 1922, falli sotto i colpi del partito nazionale fascista (costituito da Mussolini alla fine del 1921) dando una cocente sconfitta al sindacalismo libero e democratico. Eccezioni a questa dura sconfitta vi furono in poche realtà come Parma e Bari.  In questo inesplicabile contesto, le mobilitazioni in Abruzzo per salvare Sacco e Vanzetti hanno qualcosa di epico e lo studio di Edoardo Puglielli è un saggio utile e interessante, con una ricca e puntuale bibliografia, che ci induce ad indagare ancora di più questo particolare periodo della storia delle classi lavoratrici e dei ceti popolari abruzzesi e del loro contributo alla lotta internazionale per salvare Nick e Bart dalla sedia elettrica.

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