Narrativa in lingua straniera

"Eravamo arrivati all'albergo con un'utilitaria per non dare all'occhio. L'incaricato alla reception era impegnato con un agente di viaggi e ci consegnò le chiavi solo dopo una decina di minuti, non degnando nemmeno di uno sguardo i documenti che Peppino aveva fatto scivolare sul banco sussurrando, suppongo, il mio nome, dato che il fastidioso cicaleccio dei turisti riempiva tutto il vasto salone e copriva ogni altra voce. Senza alzare gli occhi dal banco, con la mano che impugnava la penna, ci indicò la direzione per gli ascensori. Peppino, che nel frattempo si era mantenuto alquanto in disparte, mi seguì sforzandosi di procedere nel modo più naturale possibile ma, nonostante gli sforzi, era evidente il rigonfiamento del porta-abiti che lo costringeva ad un'andatura quasi falciante."