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"Se vedo continuamente fatti che spengono la vita di esseri viventi, tanto che non mi rassegno e contrasto e protesto, e mi appassiono perché non sia sempre così, e la compresenza vinca; dunque i fatti non abbiano più questo potere di annientare parti della realtà di tutti, e siano invece al servizio della libertà e dello sviluppo di tutti come singoli. L'apertura agli esseri viventi porta a questa apertura al domani, in cui la realtà di tutti sia una realtà liberata". È sufficiente questo brano, tratto dalle pagine iniziali dell'opera, per cogliere insieme l'originalità e la tranquilla modestia, per così dire, di un pensatore e di uno scrittore sul quale grava una sorta di maledizione storiografica ed editoriale, dopo che - finché era in vita - un sostanziale silenzio pubblico aveva perlopiù accolto la sua opera di filosofo, di intellettuale, di organizzatore.