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La storia di questo libro ci viene raccontata, nella prefazione, da un altro nome di spicco dell’intellettualità garganica, Cosma Siani, docente universitario e autore di molte pubblicazioni. Siani, tra l’altro, è considerato il massimo studioso di Tusiani, al quale ha dedicato negli anni vari scritti. Di qui la puntuale conoscenza dell’argomento, che spicca nella prefazione, “Tusiani dall’emigrazione all’etnicità”, nella quale si delinea con precisione anche il contesto storico e sociale nel quale nasce il libro. Siamo negli anni Settanta del secolo scorso, e precisamente nel 1976, quando gli studi etnici italoamericani conoscono un positivo sviluppo. L’America è stata un sogno per tanti italiani, ma anche una condanna e un purgatorio, se non persino un inferno, viste le discriminazioni e le difficoltà incontrate. Gli italiani, è bene ricordarlo, erano considerati inferiori persino ai cinesi, che già occupavano una poco invidiabile posizione nella scala sociale, e la marcia per la conquista della dignità fu lunga e dura. I 47 ritratti che si leggono in “I grandi italiani d’America” trattano di nomi eccellenti, da Cristoforo Colombo a Rodolfo Valentino, da Joe Petrosino a Fiorello La Guardia, ma in altri casi si tratta di personaggi noti solo agli addetti ai lavori, che rappresentano una piacevole scoperta per il lettore. Tusiani si rivolge soprattutto ai suoi connazionali, esortandoli ad abbandonare certi inutili complessi d’inferiorità, per sviluppare, al contrario, l’orgoglio di chi ha ottenuto delle preziose opportunità dagli abitanti del Nuovo Mondo, ma ha dato anche molto in cambio.