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In questa mostra – “Valori Migranti” – Antonio Natale utilizza come supporto fisico delle opere e degli interventi banconote fuori corso di tutti i paesi del mondo. Gli è capitato di riflettere sull’uso che spesso si fa della moneta cartacea come veicolo di messaggi scritti e disegnati, il cui destino e la cui destinazione sono consegnati alla sublime e anonima casualità degli scambi, degli incontri; e ha deciso di costituirla in pratica comunicativa, espressiva e artistica formalizzata e propria.
Accade, perciò, che l’arte rigeneri, rinnovi, ripristini e potenzi il valore e la funzione propri delle banconote (e delle opere d’arte), quali veicoli della comunicazione, strumenti della relazione: tra uomini, beni, bisogni, sogni. Soprattutto di quelle monete fuori corso, che sono veri e propri depositi – per chi sa vedere e ascoltare – di storie, di relazioni, di sensazioni, di progetti, che l’immaginazione si incarica di portare alla luce e raccontare. Se, come in questo caso, nell’occasione di questa mostra, le storie che l’artista racconta e illustra – accanto a quelle attinte alla storia e all’attualità, alla cultura, all’immaginario e alla mitologia, attuali e contemporanei, di paesi i più diversi e lontani – appartengono soprattutto alle vicende, ai ricordi, ai racconti legati alla storia dell’emigrazione italiana nel mondo, le opere che ne risultano acquistano una densità, perfino informativa e documentaria, ma soprattutto immaginativa, evocativa, artistica: straordinaria e sorprendente, perché ogni messa in scena si realizza in uno spazio materiale e oggettuale di dimensioni ridotte, quasi di moderna miniatura.